Se non vi fidate di “big pharma”, perché non provare con “small pharma”? Difatti Kolinpharma, la prima matricola AIM Italia del 2018 con una vera e propria attività produttiva (prima di lei si erano quotate ben quattro Spac) è veramente piccola: nel 2017 ha conseguito ricavi per 4,1 milioni, il 62% in più rispetto ai 2,5 milioni del 2016. Forte miglioramento anche per i margini reddituali: l'ebitda è infatti balzato da 262.000 a 603.000 euro e da una perdita operativa di 324.000 euro si è passati a un sostanziale pareggio operativo.
Il saldo negativo della gestione finanziaria però, e soprattutto le imposte (nel 2016 l'effetto fiscale complessivo era stato positivo), non hanno consentito alla società di chiudere il 2016 in nero, ma la perdita netta si è ridotta di oltre l'80% a soli 66.000 euro. A fine 2017 l'indebitamento finanziario netto ammontava a 2,5 milioni, contro 1,7 milioni a fine 2016, soprattutto per effetto di investimenti per 1,2 milioni effettuati per lo sviluppo di nuovi prodotti, la registrazione dei marchi e gli anticipi provvigionali agli informatori medico-scientifici.
Questi dati, però, non includono ancora il capitale raccolto in sede di Ipo all'AIM Italia, pari a 3,1 milioni derivanti dal collocamento, tutto in aumento di capitale, di 447.000 azioni a 7 euro ciascuna (valore medio della forchetta di prezzo prevista fra 6,5 e 7,5 euro). I nuovi mezzi finanziari, oltre che al rafforzamento dei progetti di ricerca, allo sviluppo di nuovi prodotti e all'incremento del portafoglio brevetti (attualmente sono 4), saranno destinati al potenziamento della rete di informatori medico-scientifici nel mercato italiano (ad oggi sono 63) ed eventualmente anche all'estero.